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L’importanza della consapevolezza del respiro


  • Perchè è importante conoscere il proprio respiro?

Swami Niranjanananda: Non abbiamo nulla di più vicino a noi del nostro respiro. È qualcosa di tangibile, comprensibile e controllabile. La gentile alternanza tra inspirazione ed espirazione ci sostiene e ci calma, influenza i nostri pensieri ed è a sua volta influenzata dalle nostre attività, dalle emozioni e dai pensieri stessi. Ognuno di noi fa esperienza di tutto questo quotidianamente, eppure il respiro è sovente ignorato e dimenticato. Attraverso le pratiche di Pranayama, sviluppiamo una profonda familiarità col respiro. La conoscenza del sistema respiratorio aiuta e rinforza le pratiche, permettendoci di sviluppare una migliore comprensione dei suoi parametri fisiologici.


  • Perchè l’Hatha Yoga dà così tanta importanza al respiro?

Swami Niranjanananda: Il respiro è in stretta relazione con il corpo. Mentre pratichiamo Asana, Pranayama o qualsiasi altra tecnica di Hatha Yoga, è fondamentale riuscire a controllare e gestire il respiro, poiché secondo lo Yoga il respiro è lo specchio del nostro stato mentale ed emozionale. Se la mente e le emozioni sono irrequiete e dispersive, lo si può notare nel respiro. Se una persona è sdraiata, ma ha la testa piena di pensieri che non si riescono a fermare, il suo respiro sarà rapido, breve e irregolare. Il processo del respiro si svilupperà solo nella parte superiore dei polmoni e, inconsciamente, quella persona avrà il desiderio di un respiro più calmo e profondo. Al contrario, se osserviamo le caratteristiche del respiro di una persona che è rilassata e tranquilla, ci accorgeremo che anche il suo respiro sarà calmo e rilassato.

Secondo lo Yoga esiste anche una relazione tra il respiro e il corpo pranico. Il Prana (l’energia vitale) esiste indipendentemente dal respiro. Il respiro è connesso al Prana, ma il Prana è qualcosa di diverso dal respiro. Prana Shakti, la forza o energia vitale, è presente nel corpo fisico sotto forma di calore, energia e luminosità. Il calore corporeo, la temperatura, è un’attività di Prana Shakti. Se non respiriamo per pochi minuti non succede nulla di grave, ma se il Prana lasciasse il corpo anche per un solo secondo, il corpo morirebbe all’istante. A livello più sottile, Prana Shakti esiste sotto forma di azione. Ecco perchè facciamo esperienza di irrequietezza, eccitazione e dinamismo quando siamo dominati da un’emozione, quando proviamo amore, attaccamento, attrazione, rabbia, desiderio, passione.

Prana Shakti a livello mentale è definita Chitta Shakti. Prana Shakti è più fisica e ci guida verso l’estroversione, mentre Chitta Shakti è più interiore e attiva la mente, le emozioni e l’intelletto.

L’Hatha Yoga lavora per risvegliare e bilanciare le due forze di Chitta Shakti e Prana Shakti; ecco perchè si mette così tanta enfasi sulla respirazione. Le pratiche più esteriori si fanno col corpo fisico, ma se vogliamo risvegliare e far vibrare la Shakti dentro di noi, è fondamentale imparare a controllare il respiro attraverso un processo che è interiore.


  • Come si può sviluppare la consapevolezza del Prana?

Swami Niranjanananda: Lo Yoga dice di cominciare dalla consapevolezza del respiro.

Le qualità e gli stati della mente si riflettono in come inspiriamo ed espiriamo. Se siamo agitati, tesi, nervosi ed arrabbiati, la qualità del respiro sarà superficiale. Il respiro sarà corto e concentrato nella regione alta del petto. Quando siamo rilassati il nostro respiro è profondo, lungo e tranquillo. A volte, in profondi stati di rilassamento, il respiro diventa così sottile che quasi non si sente più. Quindi gli Yogi utilizzano il respiro per regolare e armonizzare i sistemi del corpo fisico, soprattutto il sistema nervoso. Utilizzano il respiro per pacificare le funzioni della mente. In questo modo, attraverso l’esperienza del respiro, arriviamo a sviluppare la consapevolezza del Prana.




Tratto da:

Swami Niranjanananda Saraswati

"Conversazioni sulla scienza dello Yoga", in Hatha Yoga Book 5 - Yoga Publications Trust, Munger.


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