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Chiamami con i miei veri nomi

Questa poesia, che dà il titolo alla raccolta delle poesie “Chiamami con i miei veri nomi” del Maestro Thich Nhat Hahn, fu scritta nel 1978, durante il periodo di soccorso ai boat people negli anni che seguono la guerra del Vietnam e fu letta per la prima volta in un ritiro ad Amstedam. Da essa è tratta una canzone di pratica nella tradizione di Plum Village, con il medesimo titolo.



Non dire che domani ripartirò…

ancora oggi sono in arrivo.


Guardo in profondità: ogni secondo sono in arrivo

Per essere una gemma su un ramo di primavera,

un minuscolo uccello, dalla ali ancora fragili,

che nel suo nuovo nido impara a cantare, un bruco nel cuore di un fiore,

un gioiello nascosto in una pietra.


Sto ancora arrivando, per scoppiare a ridere e a piangere,

per aver paura e per sperare.

Il ritmo del mio cuore è il nascere e morire

di tutto quel che è vivo.


Sono un’effimera in metamorfosi

sulla superficie del fiume.

E sono l’uccello

che piomba sull’effimera per inghiottirla.


Sono la rana che nuota felice

nell’acqua limpida di uno stagno.

E sono la biscia dal collare

che silenziosa si ciba della rana.


Sono il bambino in Uganda, tutto pelle e ossa,

le gambe sottili come canne di bambù.

E sono il mercante d’armi,

che vende all’Uganda armi letali.


Sono la ragazzina di dodici anni,

rifugiata su una minuscola barca,

che si butta nell’oceano

dopo essere stata violentata da un pirata.


E sono il pirata,

il cuore ancora incapace

di vedere e di amare.


Sono un membro del politburo,

con un gigantesco potere nelle mani.

E sono l’uomo che deve pagare

Il “debito di sangue” alla sua gente

morendo lentamente in un campo di lavori forzati.


La mia gioia è come la primavera che tiepida

fa sbocciare i fiori su tutta la Terra.

Il mio dolore è come un fiume di lacrime,

così vasto da riempire quattro oceani.


Chiamami con i miei veri nomi,

che io possa sentire tutti insieme i miei pianti e le mie risate,

e vedere che gioia e dolore sono uno.


Chiamami con i miei veri nomi,

perché possa svegliarmi

e possa restare aperta

la soglia del mio cuore, la soglia della compassione.


Thich Nhat Hahn

da: Chiamami con i miei veri nomi, traduzione di Chandra Candiani, Ubiliber, 2021


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